Pillole da "Le Figlie dell'Uomo"

Piccoli approfondimenti a temi trattati nel romanzo "Le Figlie dell'Uomo"

Pillola 1

“CHI È NATO PRIMA, IL MASCHIO O LA FEMMINA

Studi recenti hanno dimostrato che il DNA femminile o mitocondriale (cromosoma X) risale ad oltre 143.000 anni fa ed è di circa centomila anni più vecchio di quello maschile (cromosoma Y), comparso sul nostro pianeta appena 59.000 anni fa.

Il cromosoma Y , responsabile della mascita di esseri maschili, è probabilmente frutto di una mutazione genetica. Questo cromosoma, che nella rappresentazione grafica viene rappresentato uguale al cromosoma X, è in realtà molto più piccolo ( ha circa un quinto della grandezza dell’altro) e osservato al microscopio appare piuttosto come una piccol”v” ovvero come una X monca di due filamenti. (cfr.Focus.it)


Pillola 2

“Il maschio è indispensabile?”

Una ricerca nel campo della clonazione, condotta da un team internazionale che comprende l'università di medicina veterinaria di Teramo nel 2015, ha elaborato un'innovativa tecnica di fecondazione artificiale che "maschera" una cellula specializzata da spermatozoo.

(cfr. www.unite.it)

Pillola 3

“ COME INGANNARE LA NATURA”

In natura i mammiferi sono sempre rimasti vincolati alla classica riproduzione sessuale. L’ovulo materno e lo spermatozoo paterno servono entrambi per ottenere un embrione vitale, per via di un fenomeno detto imprinting genomico, che apporta modificazioni chimiche ad almeno un centinaio di geni con il risultato di spegnerli. Ci sono geni che sono attivi solo nei maschi e altri che lo sono soltanto nelle femmine. Combinando gli ovuli di due madri o gli spermatozoi di due padri, dunque, il concepito si troverebbe a non averne nemmeno una copia accesa e non riuscirebbe a svilupparsi.

Un gruppo di scienziati è riuscito nell’impresa, almeno per quanto riguarda i topi. Per realizzare il loro esperimento, gli scienziati hanno combinato il patrimonio genetico di due ovuli, con un procedimento molto complesso. Tra i vari passaggi, forse quello più importante è stato quello di "camuffare" uno dei due ovuli da spermatozoo, riducendo al silenzio alcuni geni. In particolare, sono stati disattivati i geni che impedivano all'ovulo di produrre una proteina chiamata IGF-2 fondamentale per lo sviluppo dell'embrione, ma presente soltanto nello spermatozoo

In pratica, Zhou e il suo team di ricercatori cinesi hanno usato cellule staminali embrionali (ESC) aploidi, ovvero cellule che contengono metà del numero normale di cromosomi e il dna di un solo genitore. Successivamente, i ricercatori, servendosi di complesse tecniche di editing genetico, sono riusciti a iniettare queste cellule staminali contenenti il dna di un genitore femminile negli ovuli di un altro topo femmina. Al termine della sperimentazione, i ricercatori hanno osservato che da 210 embrioni sono riusciti a far nascere 29 topi sani (e che sono vissuti fino all'età adulta). (Cfr. Focus.it)


Insomma, il gruppo dell’Accademia cinese delle scienze ha dovuto escogitare un trucco. Invece di unire due ovuli, ha “fecondato” l’ovulo della prima mamma con una cellula staminale embrionale derivata dall’ovulo della seconda mamma. Le cellule staminali di questo tipo hanno solo metà del set completo di cromosomi, proprio come le cellule sessuali. Ma rispetto a queste ultime sono anche meno soggette all’imprinting genomico, perché assomigliano a cellule germinali primordiali. Per cercare di ripulirle del tutto, i ricercatori, hanno cancellato tre regioni implicate nell’imprinting, editando il genoma per mezzo della tecnica CRISPR. In questo modo hanno ottenuto 210 embrioni, che hanno dato origine a 29 cuccioli vivi, con un tasso di successo del 14 per cento. Le femmine bimaterne arrivate all’età adulta si sono accoppiate con maschi standard e hanno avuto una prole anch’essa vitale, almeno in parte.

· ll sistema CRISPR/Cas9 (si pronuncia crisper) si basa sull'impiego della proteina Cas9, una sorta di forbice molecolare in grado di tagliare un DNA bersaglio, che può essere programmata per effettuare specifiche modifiche al genoma di una cellula, sia questa animale, umana o vegetale. ( cfr.Focus.it)